In 160 anni di mafia, una lunga storia di vittime e resistenza, gli errori non sono certo mancati; almeno 300 tra uomini, donne e bambini si sono ritrovati “ per errore” vittime di una crudeltà alla quale erano estranei.
Salvatore, Giuseppe e Rizzo Barbara ne sono un esempio; erano gemelli avevano 6 anni, la loro mamma 31 anni appena. Andavano a scuola in macchina quando 3 km dopo casa, il 2 aprile 1985 “per errore” furono colpiti da una bomba destinata invece al procuratore della Repubblica Carlo Palermo, trasferito a Trapani da Trento.
Vi è anche la storia di Stefano Pompeo, bimbo di 11 anni, mandato in paese con Vincenzo Quaranta per comprare del pane, usando la jeep di un criminale della zona, Carmelo Cusumano. Gli attentatori, riconoscendo la vettura, li colpirono a morte, uccidendoli “per errore”.
“La mafia è come un cane, se non lo disturbi non morde”
“ La mafia non tocca donne e bambini”
“La mafia salvaguarda il territorio”
“ …in Sicilia vogliono la mafia, a loro sta bene, dà lavoro”
CAZZATE!
Palermo ha una lunga storia caratterizzata da una forte resistenza, fatta di nomi, vittime, proteste ed associazioni: l’associazione “Libera” ne è un chiaro esempio. Fondata nel 1995, non ha mai smesso di diffondere consapevolezza anche in giovani e bambini; non ha mai interrotto la lotta contro la criminalità organizzata, che seppur cambiata continua ad esercitare il suo potere sulla società, organizzando annualmente cortei in onore delle vittime di mafia, i cui nomi vengono letti in segno di rispetto e dolore collettivo. Anche quest’anno, il 21 Marzo, si terrà il corteo in loro onore, per non dimenticare che:
“la mafia è una montagna di merda”
Peppino Impastato
Zoe Di Benedetto, Francesca Pirrotta