Tik-tok dell’Olocausto

immagine presa da Flipboard

Feroza Aziz, diciassettenne statunitense, di origine afghane, inizia il suo tik-tok, un breve video musicale, con un piegaciglia in mano, ma poi parla di veri e propri campi di concentramento, per raccontare, senza correre il rischio di censura, delle atrocità che recentemente stanno accadendo in Cina. “Ho realizzato un video sulla situazione in Cina, su come il governo catturi musulmani Uiguri e li deporti nei campi di concentramento. Una volta entrato, esci solo se sei fortunato. Persone innocenti vengono assassinate, torturate, violentate e sottoposte a terapie d’urto. È in atto un genocidio contro i musulmani. Abbiamo il dovere di diffondere queste informazioni e la tecnologia ci è di aiuto. Non possiamo tacere davanti ad un altro Olocausto” ha affermato la giovane. 

https://www.youtube.com/watch?v=LnVDLfYhLJ4      https://www.youtube.com/watch?v=gGYoeJ5U7cQ#action=share

Grazie ad un video su youtube, girato da un drone e diffuso in modo anonimo, è stato svelato cosa sta succedendo all’interno delle mura di quelli che vengono definiti “centri rieducativi”. Ma la realtà è ben diversa. Stanno creando dei campi di detenzione, separano le famiglie, rapiscono i musulmani, li stuprano, li sottopongono ad elettroshock e lavaggi del cervello, li costringono a mangiare maiale ed a bere alcolici, a convertirsi ad un’altra religione e se non eseguono li ordini li uccidono. Tutto ciò allo scopo di sradicare la fede musulmana. I detenuti guadagnano “crediti” per il processo di trasformazione ideologica e il rispetto della disciplina, ma anche se la “trasformazione culturale” è compiuta non sono autorizzati ad andarsene, ma vengono trasferiti in un altro livello dei campi dove “devono formarsi in ambito lavorativo”. Possono sentire i parenti una volta al mese tramite video-chiamata oppure una volta alla settimana con una semplice telefonata, questo è il loro unico contatto con il mondo esterno. Anche dopo essere stati rilasciati detenuti vengono tenuti sotto sorveglianza.                                                                                                            

 Il governo cinese ha bollato queste informazioni come fake news, ma le immagini diffuse in rete hanno portato alla luce tutta la verità e hanno mostrato che ad essere vittime di quanto denunciato da Feroza Aziz sono state almeno un milione di persone, deportate in questi campi senza un regolare giudizio.

Quanto sta succedendo è l’esatto opposto di ciò che il mondo intero si ripromette ogni 27 gennaio: non farlo accadere mai più.

immagine presa da The Week

-Maria Francesca Barone, Francesca San Filippo, Elisa Titone

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