“Di tutte le cose che la saggezza procura per ottenere un’esistenza felice la più grande è l’amicizia” – Epicuro
L’amica geniale: storia di un ’amicizia che ha fatto breccia nei cuori delle persone.
Sono due le anime, in un Rione di Napoli degli anni ’50, ad intrecciarsi fino a formare nel corso del tempo un legame che resiste, che riesce a creare un varco nella muraglia che circonda la mente delle persone, tanto da impedirgli di vedere oltre. Di vedere quel mare che per Lila e Lenù sapeva di rivalsa.
Ma perché ha avuto tanto successo?
Ci siamo interrogate sul perché ci piace questa serie… eccovi le considerazioni di tre ragazze sedicenni:
“La storia è pragmatica, resa tale da personalità che tendono ad imporsi in una scala sociale da esse stesse creata. D’altra parte affiancata da una regia piena di carattere, fatta di intensi sguardi e lunghe pause che inducono lo spettatore a provare empatia nei confronti dei personaggi. Anche l’aspetto linguistico, la scelta di far parlare i personaggi in dialetto napoletano, è una caratteristica importante che rende reale e vera la storia. Viene esaltata la psicologia dei personaggi. Personaggi molto complessi la cui personalità emerge fin dall’inizio evolvendosi puntata dopo puntata in qualcosa di completamente diverso: cattivi che si trasformano in buoni e viceversa, bambini che diventano adulti e prendono consapevolezza di sé.”
Nelle due protagoniste vediamo la contrapposizione dei loro caratteri e della loro
condizione sociale. Possiamo paragonarle alla luce e all’oscurità: Lila vive una vita oscura, Lenù una più luminosa, tuttavia “l’amica geniale“ è Lila. È lei infatti che “illuminerà” la vita e la mente di Lenù per spingerla a dare sempre di più e a non rinunciare mai ai propri sogni, ciò che invece lei è costretta a fare.
“ L’ombra prepara lo sguardo alla luce” – Giordano Bruno.
Irene Perez, Gloria Deguardi, Giulia Maria Ricciardi