” Il nostro messaggio è di solidarietà per i ragazzi rimasti vittima dell’alternanza scuola-lavoro: LORENZO VIVE, GIUSEPPE VIVE e non sono stati dimenticati.
Ci schieriamo con gli/le student* che ogni giorno sono obbligati a svolgere lavoro non retribuito sotto il nome di PCTO, presso le sedi di aziende capitalistiche come il McDonalds, che non rispetta i suoi lavoratori né l’ambiente, sostenendo allevamenti intensivi e sprechi.
Noi student* ci schieriamo contro le istituzioni che ci hanno dimenticat*, non garantendoci sicurezza, sfruttandoci come braccia e compromettendo il futuro del nostro pianeta.
In prospettiva del primo sciopero globale per il clima dell’anno, il 25 marzo, facciamo sentire la nostra voce e rabbia nei confronti di un sistema che non ci rappresenta! “
https://www.instagram.com/p/CaklJyTOGmZ/?utm_source=ig_web_copy_link
È stato un martedì alternativo quello vissuto dal collettivo il 22 febbraio, ricco di salse di pomodoro e tanta voglia di fare, nel bene e nel male.
Il percorso di alternanza scuola-lavoro, che tanto attanaglia l’esistenza di noi studenti, è un modo per beneficiare di manodopera non retribuita con l’appoggio di uno stato complice di un ricatto nei Nostri confronti.
È un vero e proprio ricatto quello che, giornalmente, subiamo oltrepassando l’ingresso della scuola… non appena superiamo il biennio e mettiamo piede al triennio, ci viene chiesto di svolgere progetti di vario tipo con varie mansioni e formazioni.
Bisogna svolgere un totale di 210 ore negli istituti professionali, 150 negli istituti tecnici e 90 nei licei durante le quali svolgiamo attività che ci immettono nel mondo lavorativo; non completare il monte ore potrebbe compromettere il nostro esame di maturità.
È da ammirare la protesta: ricordare Lorenzo che frequentava il centro di formazione professionale dell’istituto superiore Bearzi di Udine, morto a soli 18 anni in un incidente verificatosi in un’azienda dove stava concludendo lo stage previsto dal suo pcto, e Giuseppe Lenoci, morto ad appena 16 anni durante il suo tirocinio, è sicuramente motivo di protesta ma farlo fomentando la violenza è un modo poco diplomatico di voler cambiare la situazione.
Sarà stato un modo di colpire l’opinione pubblica quello di imbrattare i vetri del McDonald’s, sarà stata disobbedienza civile ma, sicuramente, non è stato un modo per ricercare il dialogo sul percorso di alternanza scuola-lavoro. La resistenza si fa ed è giusto farla, ma non si possono accettare condotte, a nostro parere, così veementi in questo periodo storico in cui lo spettro della guerra, la massima forma di violenza, oscura le nostre giornate.
La Nostra domanda è:
Il vero scopo è stato, unicamente, quello di attirare l’attenzione su se stessi o sulla gravità della situazione?
Lasciamo a voi la scelta. Buona riflessione!
Articolo elaborato da: La Versa Marco, Naccari Manuela, Rizzolo Mariachiara, Romano Veronica.