Arte, la nudità della donna nel tempo

La nudità è ovunque, ma è ancora un tabù: perché?

Nonostante il secolare stereotipo della donna svestita e dai facili costumi sia giunto fino a noi, il concetto e l’esposizione della nudità femminile è in continua mutazione e soggetta ad ampie novità. La figura femminile viene da sempre rappresentata, nella storia dell’arte, nelle sue svariate sfaccettature: c’è chi ne celebra la bellezza, chi ne risalta le forme o chi ne loda l’audacia o chi ne sottolinea l’impudicizia. Tradizionalmente però, è costantemente soggiogata dal distorto sguardo maschile che la interpreta e la valuta. Il nudo artistico ha assunto attraverso le epoche diversi messaggi e significati: un viaggio tra la spiritualità, la rivendicazione sociale e la denuncia delle tragedie moderne. 

Le prime testimonianze di nudo hanno origini antichissime, di seguito abbiamo riportato alcuni autori con le loro opere che hanno stravolto quella che è la rappresentazione della donna nell’arte.  

Nascita di Venere, Sandro Botticelli.

Le donne di Manet. In bilico tra sesso e tabù

L’artista Manet stravolge i canoni morali ottocenteschi attraverso una rappresentazione della nudità femminile nella sua cruda e schietta realtà, senza veli e illusioni simboliche, Manet è considerato precursore della liberazione del corpo. La sua musa era Victorine Meurent, una ragazza parigina, il cui corpo diventa simbolo di due opere destinate a permanere nella memoria collettiva: La colazione sull’erba (1863) e Olympia (1863). L’obiettivo dell’artista era quello di violare i tabù dell’epoca, tuttavia non mirava a provocare il suo spettatore, ma a rappresentare la donna in tutte le sue sfaccettature, anche quelle che vorrebbero rimanere nascoste dietro a un velo. Manet omaggiava la sensualità femminile , in un equilibrio tra visibile e occulto che non disdegna di mostrare il lato più torbido della corporeità umana: la Parigi ottocentesca è la culla della donna libertina e intraprendente. Questo è il messaggio rivoluzionario di Manet, il suo grido di cambiamento che rompe per sempre il tabù della sessualità. 

La colazione sull’erba e Olympia, Édouard Manet

Regina Josè Galindo. Il corpo che urla...

Regina José Galindo, artista guatemalteca nata nel 1974, è tra le più interessanti e conosciute della Body Art. I temi ricorrenti nei suoi lavori e performance sono strettamente legati alle sue origini, le condizioni politiche, sociali, il grande sconvolgimento che hanno causato i vari regimi succedutisi in quella terra, così povera ma così strategicamente importante e da sempre martoriata qual è il Guatemala. La sua arte è un grido di estrema sofferenza, una voce fuori dal coro nell’atto di denunciare i crimini commessi dall’uomo e rappresenta una testimonianza fin troppo scomoda, che non vuole tacere, che non vuole dimenticare; nella sua essenza sconvolgente e irrazionalmente dolorosa psicofisicamente, rasenta la perversione e il masochismo e si immedesima nelle vittime delle persecuzioni e si carica del doloroso peso della rimembranza. Tra le opere più sconvolgenti, colpisce particolarmente El dolor en un pañuelo in cui il corpo nudo dell’artista è legato ad un letto verticale ed è usato come schermo al fine di proiettare struggenti notizie di abusi contro le donne del suo paese.

El dolor en un panuelo, Regina José Galindo .

L’origine du monde. Lo scandalo senza veli

Gustave Courbet, padre del realismo francese, fu un artista provocatore, anticlericale e rivoluzionario. Fu un cultore del corpo femminile. Basta pensare che un quinto della sua produzione pittorica è consacrato alla donna: quasi per duecento volte, infatti, l’artista dipinse un soggetto femminile, nudo o vestito, senza privilegiare contadine o prostitute, borghesi o duchesse. Una delle opere più significative di Gustave Courbet, dove è evidente in particolare la dicotomia di attrazione,  di  repulsione e dove si vuole elevare a soggetto una raffigurazione realistica dell’organo genitale femminile è L’Origine du Monde. Il quadro non ha smesso mai di generare scandalo, infatti è stato colpito più volte nel corso della storia proprio perché il pittore fa particolare attenzione alla descrizione del corpo femminile. Secondo i curatori del Musée d’Orsay di Parigi, è proprio la descrizione estremamente realistica e quasi anatomica del corpo che determina la forza visiva del dipinto, lo stesso artista.

Infatti, egli compì uno studio particolarmente attento delle tonalità dell’incarnato per sedurre lo sguardo dell’osservatore. Ma questa immagine, non è pornografica: il significato potenzialmente scandalistico del dipinto si deve contestualizzare nel tentativo di Courbet di proporre una rappresentazione più aderente al vero della realtà.

AFP/Archives – Sébastien Bozon, L’Origine du monde al museo Courbet.

Grazie per aver letto il nostro articolo. Se vi è piaciuto questo articolo è possibile ascoltare il podcast della nostra redazione “Vittoriosideeye” dove sarà chiarito il concetto di “body art” e dove sarà approfondito il lavoro dell’artista Regina Josè Galindo già citata nell’articolo. Speriamo vi piaccia!

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