EDUCAZIONE E SALUTE SESSUALE: A CHE PUNTO SIAMO?

Per salute sessuale oggi non si intende soltanto quella strettamente legata ad un ambito fisiologico, ma anche, necessariamente, psicologico. Con il perfezionamento e la generale diffusione dei metodi contraccettivi (per la maggior parte in paesi a fascia di reddito medio-alta) essa ha preso forme diverse da quella prettamente fisica, ed è risultato necessario spostare l’attenzione sul fronte psicologico e psichiatrico dell’argomento. Per salute sessuale si intende quindi tutto ciò che concerne il piacere e la libertà che spetta di diritto a chi ha un rapporto sessuale, come descritto nella dichiarazione dei diritti sessuali della WAS.  I grandi passi avanti fatti nel corso degli ultimi 50 anni riguardo l’apertura e la naturalezza nel trattare il tema hanno sicuramente reso il dialogo sulla salute sessuale più fruibile ed aperto, ma forse l’eccessiva commercializzazione dell’ambito sessuale che viene operata dai giganti dell’industria, soprattutto pubblicitaria, l’ha silenziosamente messo a tacere (Il sesso nelle pubblicità fa vendere?).

Abbiamo a disposizione dei dati forniti dal Report Nazonale Dati HBSC Italia del 2014, che dicono che il 28% dei maschi quindicenni abbia già avuto un rapporto sessuale completo, mentre la percentuale delle coetanee femmine è del 21%.

Sulla base di dati della HBSC (Health Behaviour in School-aged Children) aggiornati al 2018, il 26% dei maschi di 15 anni dichiara di aver avuto un rapporto sessuale completo, mentre la percentuale è più bassa tra le femmine (18%). Inoltre, la maggior parte degli adolescenti di 15 anni che hanno già avuto un rapporto completo riferisce l’utilizzo del preservativo (il 71% dei maschi e il 66% delle femmine), seguito dall’interruzione del rapporto, dichiarato da più del 50% delle ragazze e dal 37% dei coetanei maschi. Complessivamente, circa l’11% riferisce l’uso della pillola e solo il 5% di non aver usato alcun metodo. Nel confronto con gli altri Paesi partecipanti all’HBSC, l’Italia si colloca a un livello simile al valore mediano per quanto riguarda la percentuale di ragazzi che hanno avuto rapporti sessuali completi, alto per l’uso del preservativo e basso per quello della pillola.                                                                                                      

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Omar Ayuso, Manu Rios e Aròn Piper in un immagine promozionale della serie “Elite”

Da ciò si evince che seppure molti utilizzino il preservativo, che protegge sia dalle gravidanze indesiderate che dalle malattie sessualmente trasmissibili, si ricorre ancora all’interruzione del rapporto, un metodo molto poco efficace: capiamo quindi l’importanza di educare i giovani alla sessualità. Tra l’altro, nonostante il tasso di natalità italiano sia uno dei più bassi nell’Unione Europea, il numero di gravidanze durante l’adolescenza è di gran lunga maggiore rispetto a quello di altri Paesi.

Possiamo affermare quindi che l’Italia sia uno dei Paesi dove il tema dell’educazione sessuale venga affrontato più tardi. Il tema della sessualità nella dimensione prettamente istituzionale della scuola è, tra l’altro, inesistente. O meglio, a meno di incontri esterni organizzati dagli studenti, l’educazione sessuale non figura in nessun programma educativo ministeriale, iniziativa istituzionale, ma anche soltanto nel dialogo professore-alunni. Risulta quindi fondamentale visto il tempo trascorso e la quantità di interazioni fondamentali avute nel contesto scolastico, trattare la materia a scuola in maniera mirata con incontri, dialogo, e in generale una maggiore apertura sul tema, percepito nel nostro paese ancora come un tabù, visto e considerato il disinteresse del ministero dell’Istruzione che continua a non introdurlo nei programmi scolastici. Inoltre, in Italia non vi è ancora una legge che sancisca l’obbligo di inserire l’educazione sessuale tra le materie scolastiche e gli istituti italiani scelgono autonomamente come agire a livello territoriale. Le Regioni, in piena autonomia, spesso a seconda del colore politico dell’amministrazione, decidono se destinare risorse per percorsi di educazione sessuale nelle scuole. Altro ostacolo da oltrepassare sono tuttavia i dirigenti scolastici che, spesso anche in base a proprie opinioni politiche e ideologiche, decidono se attivarsi per effettuare i suddetti corsi nei loro istituti o meno. E’ ovvio  che ne consegua una realtà a macchia di leopardo, con alcune regioni dove l’educazione sessuale è spesso presente nelle scuole, ed altre dove è quasi o anche del tutto assente.

Senza andare troppo indietro negli anni dal 1995 diverse sono state le proposte di legge che  si sono succedute per introdurre l’educazione sessuale come materia curriculare. Un susseguirsi di proposte di legge in cui la materia “educazione sessuale” viene talvolta definita “educazione socio-affettiva”, o “sentimentale” o “educazione alla parità di genere”.

Tra disegni di legge mai attuati che ostacolano il dibattito pubblico, chi ovviamente patisce di questa disinformazione e di mancanza di linee guida nazionali sono bambini, preadolescenti e adolescenti che si affacciano alla conoscenza della propria sessualità in solitudine  o attraverso l’uso di canali informali: in primis i genitori – che ricoprono un ruolo fondamentale, ma che non possono certo sostituirsi totalmente a professionisti del settore – e la pornografia, oggi accessibile a chiunque attraverso il web, i cui prodotti sono pensati per intrattenere e non di certo per educare. L’opposizione alla introduzione dell’educazione sessuale nelle scuole verte su due ragioni principali: 

1. Parlarne determinerebbe un inizio più precoce delle relazioni sessuali dei ragazzi; 

2. Si tratta di un argomento legato alla sfera intima, del quale devono farsi carico i genitori, troppo spesso restii ad affrontarlo.

La domanda da porsi è quindi: come porre fine a questo tabù?  
Ne abbiamo parlato con la dottoressa Elena Foddai, psicologa dello sportello d’ascolto della nostra scuola; qui il link al podcast.

https://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo

https://www.sanita24.ilsole24ore.com/

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