TRAMA
Il Miglio Verde è un film del 1999 diretto da Frank Darabont, tratto dal romanzo di Stephen King. Il protagonista della vicenda è Paul Edgecombe, la cui vita è completamente stravolta dall’incontro con il detenuto John Coffey.
Nel 1935 Paul lavora presso il Miglio Verde, soprannome del braccio della morte di Cold Mountain, dove tra gli altri è detenuto John Coffey, accusato di aver ucciso due gemelline, condannato alla pena capitale. Nonostante la sua stazza gigantesca, l’uomo è molto scosso e impaurito e questo spinge Paul a non credere che possa essere del tutto malvagio. Mentre il perfido collega di Edgecombe, Percy Wetmore tortura chiunque gli capiti, Coffey si mostra gentile e mite con tutti, così gentile da salvare un piccolo topolino, in seguito adottato da un altro detenuto, il cui nome è Del. Accadono diversi eventi, tra questi è l’arrivo di un nuovo criminale, ‘Wild Bill’ Wharton che mette a soqquadro l’intero braccio della morte, poiché è totalmente fuori controllo, in un momento di lotta con le guardie carcerarie, Wharton colpisce duramente Edgecombe che, avendo già problemi di salute, non riesce a riprendersi, ed è proprio Coffey che lo aiuterà con uno straordinario potere, assorbe il male presente il Edgecombe: subito dopo Coffey rigurgita un nugolo di moscerini che si dissolvono nell’aria, per poi stendersi stremato. anche l’infezione che affliggeva Paul sparisce completamente. Così, l’uomo comprenderà che John è molto di più che un semplice criminale e, fidandosi di lui, opterà per una mossa azzardata per aiutare la moglie di Hal Moores, direttore del carcere, cui era stato diagnosticato un tumore al cervello, infatti organizza un’uscita notturna per portare l’uomo dalla signora Moores, alla quale in effetti il grande Coffey assorbe il tumore, guarendola. John, entrato in sintonia con Paul, gli mostrerà la verità sul suo crimine, gli trasmette ciò che ha visto quando è stato toccato a sua volta da “Wild Bill”: prima dell’omicidio delle bambine, Wharton lavorava come bracciante proprio presso la loro famiglia, ed è stato dunque Wild Bill a stuprarle ed ucciderle, Coffey si era solo imbattuto nei corpi delle sorelline, e aveva tentato di resuscitarle grazie ai suoi poteri, ma era troppo tardi per salvarle, venendo scambiato in tal modo come il colpevole dell’orrendo reato. Ma il carceriere non potrà nulla contro la ferma decisione di Coffey, ovvero di morire, perché stanco di assorbire tutti i mali e di essere solo al mondo. John Coffey sarà giustiziato, da innocente.
CURIOSITà
Il titolo del film, Il miglio verde, si riferisce al percorso verso la sedia elettrica che i condannati a morte percorrevano prima di morire e che, in questo caso, era caratterizzato da una pavimentazione verde cedro.
ll noto film ha ricevuto, nel 2000, quattro nomination agli Oscar: candidatura miglior film, candidatura miglior sonoro, candidatura migliore attore non protagonista a Michael Clarke Duncan, candidatura migliore sceneggiatura non originale a Frank Darabont.
Durante le riprese il letto di Coffey era appositamente molto più piccolo del normale, così da far sembrare Michael Clarke Duncan un vero gigante.
Il film è stato girato in un vero carcere, un ex penitenziario dal nome Tennessee State Prison, che ospitava anche il braccio della morte.
Il topo soprannominato Mr. Jingles non era un animale qualsiasi, infatti fu selezionato fra più di 30 topi addestrati. Il topolino veniva guidato per far si che andasse in una determinata direzione attraverso delle tecniche particolari. Nessun animale è stato maltrattato.
CAST
-John Coffey (Michael Clarke Duncan)
-Paul Edgecombe (Tom Hanks)
-Brutus Howell (David Morse)
-William Wharton (Sam Rockwell)
-Percy Wetmore (Doug Hutchison)
-Hal Moores (James Cromwell)
TRATTO DA UNA STORIA VERA
George Stinney aveva solo 14 anni quando fu accusato di aver ucciso due bambine, poiché i corpi furono ritrovati non molto lontano da casa sua. Al processo i genitori di George non poterono assistere, a causa del loro colore di pelle. George trascorse 81 giorni in detenzione senza la possibilità di vedere mai più i suoi. Fu imprigionato da solo nella sua cella. Il 16 Giugno del 1944, venne legato alla sedia elettrica, ucciso dal razzismo fortemente radicato anche nel sistema giudiziario. Solo nel 2014, George Stinney fu riconosciuto innocente e la sua condanna venne annullata, dando finalmente giustizia alla famiglia.
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