Oggi, più di ieri, possiamo affermare che i social network sono diventati parte integrante delle nostre giornate; vengono infatti utilizzati, non solo per la trasmissione di contenuti personali e ludici, ma anche per condividere informazioni e notizie.
Ma la vera domanda è: i social arricchiscono l’uomo o promuovono l’omologazione di massa? Questa domanda ricorre spesso nelle riflessioni degli psicologi che si occupano delle nuove tecnologie erranti. I social networks sono davvero una rivoluzione epocale poiché hanno indubbiamente favorito la connessione tra persone provenienti da tutto il mondo e la loro crescita personale; ma come avviene in tutte le rivoluzioni e cambiamenti di ogni genere, troviamo aspetti negativi e positivi che andremo ad analizzare in questo articolo.
La pervasività del social è tale che se non ci fermiamo a riflettere, non ci rendiamo conto della continua pressione a cui siamo soggetti; i social networks sono fondati sulla pubblicità personalizzata, ci osservano, ci sorvegliano e sanno tutto di noi; le tracce digitali parlano di noi.
Se proviamo ad essere diversi e l’algoritmo ci penalizza (nessun mi piace, nessuna reazione), ci sentiamo sbagliati poiché purtroppo l’algoritmo non premia l’originalità o la genuinità ma favorisce ciò che genera conversazione, scalpore e quello che chiamiamo oggi “hype”.
Non vogliamo essere esclusi, bensì accettati e apprezzati, in un’epoca dove è maggiormente premiata l’omologazione; “l’effetto gregge” è un meccanicismo che poi va da sé, quasi un moto perpetuo che ci incastra nell’ingranaggio dell’apparenza.
L’obiettivo di questa omologazione culturale verso il basso, pare che sia quello di distruggere la vera cultura, che per secoli ha accompagnato l’essere umano nel suo percorso evolutivo, infatti è evidente che la cultura abbia subìto un’inversione di tendenza per crescere, evolversi e conoscere, dando vita così alla pseudocultura di massa. Un tempo c’erano molte più lingue parlate e conosciute, l’arte toccava vette altissime, lo stesso per la musica e per la poetica. Con questo non significa che non esista più una cultura di qualità, esiste, ma nicchia, perché spesso roba di poco conto viene prodotta e distribuita in ogni ambito.
D’altro lato, però, l’introduzione dei social non ha portato solamente un impoverimento culturale e sociale, ma se usati in modo corretto, possono arricchirci e favorire le interazioni e le conoscenze umane in tutto il mondo. Inoltre, possono essere uno strumento chiave per incentivare l’individuo nella ricerca assidua e attiva delle giuste informazioni per sbaragliare e mettere da parte le “fake news”. Troviamo degli esempi di come i social, nonostante i rischi, possano adempiere allo sviluppo di abilità autodidatte dei più giovani. Sono molteplici i benefici: la rimozione dei confini per sviluppare connessioni e capacità comunicative, può offrire un supporto particolare e sensibilizzare il bene sociale.
In conclusione, tutto se usato con consapevolezza può offrire molteplici benefici e vantaggi nella vita e conoscenza personale di ognuno di noi; ma mai abbassare la guardia!
Per un maggior approfondimento vi invitiamo ad ascoltare il nostro podcast, registrato da Gianluca Sunzeri
Articolo scritto da Monica Gendusa, Miriam Bottiglieri, Marta Monti e Sara Costa.