Di Giulia Graziano, Emiliano Di Gesù ed Eleonora Renda
Che rapporto devono mantenere, docenti e alunni? Fino a che punto si mantiene il rapporto di formalità necessario all’apprendimento, e cosa è, ad oggi, prediletto dagli insegnanti, tra l’apprendimento e le relazioni con gli studenti?
Abbiamo deciso di scoprirlo grazie alle interviste delle nostre inviate.
(Per motivi di privacy, i nomi dei professori e degli alunni intervistati non saranno menzionati.)
Prof. 1
I: Che tipo di rapporto devono instaurare e, successivamente, mantenere professori ed alunni?
P: Allora, il rapporto tra insegnanti ed alunni si deve basare, intanto, sulla fiducia, sulla stima reciproca e sul comune intento di migliorare e favorire il dialogo educativo.
I: Cosa pensa sia più importante: profitto o interazione?
P: Sono entrambi importanti, ma il secondo è fondamentale per poter raggiungere il primo obiettivo.
I: Personalmente, cosa le piace di più del rapporto con i suoi alunni?
P: Quel che mi piace di più è la scoperta continua, il rapporto con i giovani, per cui anche i docenti hanno sempre qualcosa da imparare dagli alunni. Il confronto serve a tutti: sia agli alunni che ai docenti.
Prof. 2
I: Che tipo di rapporto devono instaurare e, successivamente, mantenere professori ed alunni?
P: Sicuramente un rapporto che non confonda i ruoli, quindi un rapporto di fiducia, di stima, di collaborazione, e, fondamentalmente, di grande rispetto reciproco, essenziale per mantenere un rapporto positivo e costruttivo. L’insegnante deve mantenere il suo ruolo di educatore, ruolo in cui l’alunno deve riporre la sua fiducia.
I: Cosa pensa sia più importante: profitto o interazione?
P: Sicuramente l’interazione, perché se non c’è una buona interazione non c’è neanche un buon profitto. Risulta chiaro che questa interazione va gestita e l’insegnante deve far sì che questa interazione sia costruttiva, ma non può assolutamente esserci il profitto se non si interagisce.
I: Personalmente, cosa le piace di più del rapporto con i suoi alunni?
P: Sinceramente mi piaceva molto quando vedevo che si entusiasmavano per le materie che insegnavo, che seguivano con interesse le spiegazioni e soprattutto quando vedevo in loro una crescita, una forte motivazione. Mi piaceva inoltre il nostro rapporto di fiducia perchè, nonostante, magari, la severità, loro sapevano che potevano contare su di me.
Prof. 3
I: Che tipo di rapporto devono instaurare e, successivamente, mantenere professori ed alunni?
P: Bella domanda… io credo che tra insegnanti ed alunni debba esserci un rapporto accogliente, amicale, ma tra docenti ed alunni non bisogna essere “amici”, nel senso che molto spesso si tende a sostituire i genitori, gli amici, pensando che questo possa migliorare il rapporto alunni-docenti. Io penso che ognuno debba rispondere al proprio ruolo: quello del docente è quello di lavorare insieme agli alunni, mentre quello degli alunni è quello di lavorare con i docenti; questo non significa che il docente debba essere l’unico ad avere la parola e a sapere le cose: ci si deve confrontare. Se l’alunno ha una passione, ama studiare un argomento, io penso che il docente debba accogliere questa passione, questo lavoro fatto anche in maniera individuale dall’alunno e farlo diventare un lavoro comune. L’idea è che all’interno delle classi ci sia sempre un rapporto sereno, perchè altrimenti credo che non possa avvenire la conoscenza, il sapere. Deve esserci una reale collaborazione tra i due, e per far sì che questo ci sia, il docente deve dare una serie di input perché spesso gli alunni attendono che sia il docente a fare il primo passo, ma il docente deve essere abile a creare un’atmosfera serena in classe, in cui ognuno possa esprimere la propria opinione e sapere tranquillamente, in modo tale che diventi il sapere di tutti.
I: Cosa pensa sia più importante: profitto o interazione?
P: Assolutamente l’interazione, oggi si parla tanto del merito, del profitto, del voto, ma io sono per una scuola, non tanto senza voto, quanto per una scuola dove il voto non deve mai essere un elemento divisivo tra docente e alunno, non deve mai essere inteso come una minaccia. Credo che l’interazione sia la cosa più bella che possa nascere all’interno di una comunità scolastica, dove ognuno ha un proprio ruolo, una propria parte nella creazione di un tutto.
I: Personalmente, cosa le piace di più del rapporto con i suoi alunni?
P: Io sto bene quando sono in classe, penso che questo sia anche abbastanza evidente, sono serena e mi piace fare questo lavoro, perciò lo faccio bene sia per me che per loro, almeno spero che questo si veda, poiché noi spesso abbiamo un’idea, che però viene vissuta da ogni ragazzo in maniera diversa. Sicuramente insegno con molta passione, e ciò che mi piace è avere feedback positivi nella loro crescita, che non avviene quasi mai in un anno. Io ho la fortuna di stare con i miei ragazzi cinque anni e molto spesso i risultati li prendo alla fine, motivo per cui al 4°-5° anno inizio a vedere dei risultati che sono spesso molto positivi.
Alunno 1
I:Che tipo di rapporto devono instaurare e, successivamente, mantenere professori ed alunni?
A: Sicuramente un rapporto alla pari in cui non prevalga nè l’uno nè l’altro,che però chiaramente non dev’essere un rapporto di amicizia, dev’essere un rapporto di mutuo soccorso: quando qualcosa non riesce all’alunno il professore deve essere disponibile e viceversa. Sicuramente è necessario che sia insegnanti che alunni stabiliscano da subito i reciproci limiti di qualsiasi tipo. Sentirsi libero di confidarsi con i propri professori è certamente bello nei limiti del proprio ruolo.
I:Cosa pensi sia più importante per i tuoi professori: profitto o interazione?
A: Purtroppo in alcuni professori si nota anche oggi una certa predilezione per il profitto, però credo che siamo arrivati ad un buon punto: personalmente ho notato che c’è una cura per le interazioni e i professori si appassionano alle nostre vicende, nonostante il profitto giochi ancora un ruolo importante. Quando ho avuto necessità, ho sempre trovato disponibilità da parte degli insegnanti.
I:Cosa ti piace di più del rapporto coi professori?
A: Quello che mi piace di più è la condivisione del rapporto personale, a volte anche raccontandosi le proprie vicende, cosa si è fatto il sabato sera o la ragazza di quella classe che suscita interesse, sempre ovviamente nel rispetto dei limiti imposti dal rapporto docente-alunno. Condividere il proprio vissuto è sicuramente fondamentale, e sono questi scambi a rendere la scuola un ambiente più vivibile e gradevole per tutti.
Alunni A, B, C (3 alunni)
I:Che tipo di rapporto devono instaurare e, successivamente, mantenere professori ed alunni?
A: Deve esserci un rapporto “amichevole”, con i limiti del rispetto.
Bisogna saper distinguere il momento in cui si può scherzare dal momento in cui si deve lavorare.
B e C: Sono d’accordo.
I:Cosa pensate che sia più importante per i professori, profitto o interazione?
C: interazione, senza interazione non è invogliati ad impegnarsi, ad ascoltare.
A, B e C: Il profitto, per noi alunni l’interazione. O meglio, per la maggior parte dei professori il profitto, per noi alunni l’interazione.
I: Qual è, secondo voi, la motivazione per cui per i professori è più importante il profitto?
C: Allora.. io penso che innanzitutto ci debba essere un equilibrio tra quello che è il profitto e l’interazione che si instaura con il prof. Il profitto è il tuo lavoro, se non lo fai in maniera corretta dai un’immagine di te sbagliata e quindi non riceveresti la loro attenzione. Devono esserci quindi entrambe le cose, il profitto perché si instauri una buona interazione tra professore e alunno.
I:Cosa vi piace di più della tua relazione con i professori?
A: Il poter scherzare, senza lo spavento che magari se la possano prendere con me per quello che viene detto.
B: Il rapporto amichevole che si riesce ad instaurare. Riuscire ad avere un dialogo, entro i limiti della professione.
C:Poter uscire un po’ dalle righe. Non instaurare soltanto un rapporto basato sullo studio. Aggiungere anche lo scherzo nei limiti del possibile.
Ex-alunna:
I:Che tipo di rapporto devono instaurare e, successivamente, mantenere professori ed alunni?
E: Hanno due ruoli completamente diversi: il professore è colui che deve educare e insegnare, mentre l’alunno è colui che deve imparare. Questo rapporto di subalternità però non deve essere divisivo, ma i due devono avere un rapporto di rispetto reciproco, perché se non c’è rispetto da entrambe le parti, allora il rapporto non funzionerà mai. Deve esserci fiducia, stima, rispetto dell’età: gli studenti devono ricordarsi di avere di fronte adulti, e i professori invece adolescenti, motivo per cui devono anche capire che se esprimono emotività, se hanno attacchi di panico, questi vanno relazionati all’età; stessa cosa per i problemi: se hanno rotto con il proprio partner, se hanno litigato con gli amici, questi sono I problemi.
I:Cosa pensi che sia più importante per i professori, profitto o interazione?
E: Alle superiori ho avuto due tipi di professori: quelli più empatici e quelli meno, i secondi pensano specialmente al profitto personale, piuttosto che a quello degli alunni. Il voto era direttamente relazionato al preconcetto che si aveva dell’alunno. Quelli empatici invece li ricordo ancora benissimo, perchè erano quelli che lottavano per i nostri diritti: ricordo ancora quando il mio professore di fisica un giorno entrò in classe sbattendo la porta e urlando che fosse un nostro diritto fare l’assemblea di istituto, e che non fosse giusto saltarla. È grazie a lui se oggi capisco l’importanza dei diritti e combatto per questi.
I:Cosa ti piace di più della tua relazione con i professori?
E: Mi ricordo del mio professore di fisica: mi piaceva quando faceva gli esperimenti alla finestra, quando scriveva i nomi degli imprepati in un libretto nero oppure quando scherzava con noi. Ancora oggi mi tengo in contatto con lui e ogni volta mi minaccia scherzosamente di pubblicare un mio compito di fisica andato malissimo se dovessi diventare famosa. La professoressa di storia invece è stata colei che mi ha indirizzato a prendere “storia e archeologia” all’università. Erano molto solidali: facevano in modo che noi avessimo il sabato più leggero insegnando materie più semplici e mi ricordo ancora che riuscivano a trasmettere il sapere senza farlo sapere.
Da queste interviste deduciamo quindi che, per quanto riguarda il rapporto che bisogna instaurare, secondo gli insegnanti, deve essere caratterizzato da stima, fiducia, collaborazione e rispetto reciproco: la relazione alunno-docente deve essere assolutamente accogliente e positiva, ma senza dimenticare i ruoli e considerando sempre il contesto in cui ci si trova. Notiamo come non sempre i risultati si vedono da subito; la costruzione del rapporto tra alunno e insegnante può richiedere anche un intero percorso scolastico. Si evince anche una predisposizione ed un’apertura che sicuramente fanno ben sperare per gli anni a venire. Il rapporto ideale è quello in cui tutti abbiano qualcosa da imparare, di mutuo soccorso e dialogo continuo, senza sminuire o sentirsi superiore rispetto all’altro, dove ogni interazione ha un valore e tutti contribuiscono alla creazione di qualcosa. Per quanto riguarda gli alunni emerge il desiderio di un rapporto fondato sul rispetto reciproco e sulla disponibilità da entrambe le parti. Il rapporto di subalternità non deve essere divisivo, ma anzi propedeutico all’apertura e alla sincerità per rendere l’ambiente scolastico sano e favorire l’apprendimento collettivo. L’insofferenza verso un sistema orientato al profitto risulta in calo ma comunque presente, come d’altronde sussiste una genuina consapevolezza del proprio ruolo e dovere di studenti.
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