Locandina pubblicata in occasione del corteo del 23 maggio 2023
Lo scorso 23 maggio 2023, come ogni anno, si è svolto il corteo in occasione della strage di Capaci a ricordo delle vittime del tragico evento: il magistrato Giovanni Falcone, la magistrata Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
Vi riportiamo la ricostruzione presentata dall’associazione Casa Memoria nel Comunicato del coordinamento del 23 maggio in merito ai fatti qua avvenuti: “Per evitare equivoci, premettiamo che non vi è nulla di più falso che affermare che il corteo non è stato autorizzato […] Alle ore 16:45 c/a, durante la tappa del corteo in Piazza Castelnuovo alcuni funzionari della Questura di Palermo ci hanno comunicato che vi erano nuove disposizioni all’ultimo minuto in vista delle quali abbiamo concordato di addivenire alle richieste delle forze dell’ordine. Ovvero di interrompere il corteo, all’incrocio tra via Libertà e via Notarbartolo; di spegnimento dell’amplificazione e di posizionare il Fiorino che trasportava la riproduzione di un’opera satirica in coda al corteo. Quindi, rispettare l’ordinanza della questura. L’accordo prevedeva comunque di dare la possibilità ai manifestanti di proseguire e defluire liberamente lungo via Notarbartolo, senza prevedere dunque uno sbarramento di Polizia”.
Durante lo svolgimento della manifestazione in maniera del tutto pacifica, sono intervenuti gli uomini delle forze dell’ordine per allontanare il corteo affinché non si incontrasse con il corteo organizzato dall’amministrazione comunale a guida Roberto Lagalla, a cui ha partecipato anche l’attuale neo-presidente della regione siciliana Vito Schifani.
“Tra l’altro il corteo ignaro dello sbarramento spingeva le persone presenti nelle prime file, che a quel punto premevano sul cordone di Polizia. Il successivo riposizionarsi delle forze dell’ordine con i blindati di traverso e nuovi schieramenti in antisommossa muniti di casco, scudi e manganelli non ha prodotto altro che una drammatizzazione della situazione, di cui certamente potevano approfittare elementi estranei” scrive sempre Casa Memoria nel comunicato.
Da circa 30 anni annualmente si svolge il corteo dei palermitani e delle palermitane, insieme alle studentesche da tutta Italia, per gridare contro i soprusi della mafia e delle istituzioni che troppo spesso sono state controllate e continuano ad essere manovrate da organizzazioni criminali come Cosa Nostra. E nonostante le ottime intenzioni è stato dato l’ordine di bloccare la manifestazione caricandone i partecipanti così da evitare scontri fra i due cortei per le vie di Palermo. Noi crediamo che tutto ciò debba essere fermamente condannato da chiunque sia veramente legato agli ideali democratici, antifascisti e antimafiosi su cui il nostro paese, perlomeno sul piano teorico, è stato fondato esattamente 75 anni fa con la messa in vigore della nostra costituzione.
Foto di Open
D’altra parte è risaputo che le attuali amministrazioni comunale e regionale sono riuscite a vincere le rispettive elezioni grazie proprio ai voti di colui che solo pochi anni fa è stato condannato per collaborazione ad associazione mafiosa. Quindi è comprensibile che ci siano malumori quando ci si ricorda che coloro che vengono commemorati il 23 maggio di ogni anno sono stati uccisi proprio da quelle stesse persone che oggi governano la terra per cui hanno lottato al costo della propria vita.
Dunque riteniamo che le modalità con cui si è deciso di procedere nel giorno del ricordo delle vittime di Capaci siano un vero e proprio attacco alla struttura democratica del nostro paese. Noi studenti ci schieriamo dalla parte di chi è stato attaccato ingiustamente, sperando che non capitino più simili vicende.
Vi lasciamo il link alla pagina di Casa Memoria per approfondire maggiormente gli avvenimenti.
Articolo e podcast di Gianluca Sunzeri