La ludopatia è una dipendenza patologica dai giochi elettronici o d’azzardo. Il termine deriva da un composto di elementi di origine greca e/o latina: ludo- ossia relativo al gioco, e -patia (dal greco, termine che indica uno stato di sofferenza, malattia). A causa di questa condizione, la maggior parte dei soggetti perde un gran numero di denaro, fino ad arrivare a perdere il lavoro, gli amici, la libertà, la famiglia e la casa.
Secondo alcuni studiosi il disturbo comincia a manifestarsi già dall’adolescenza e la maggior parte di questi individui inizialmente non si rende conto di avere un problema: magari iniziano a chiedere più soldi ai genitori, iniziano a fare piccoli lavori per avere una retribuzione o iniziano a rubare; molti, in situazioni estreme, ricorrono al suicidio perché riconoscono di avere causato un danno estremamente grave a loro stessi e credono che non sia possibile rimediare e tornare indietro.
In quarantena soprattutto, le giocate sono diventate sempre più frequenti: le 4 mura diventate quotidianità trappola, nemiche talvolta, costringono al limite d’attenzione, che diventa focus sull’azzardo.
Esattamente come ogni dipendenza è difficile accettarla, soprattutto poiché, per i maggiorenni, legalizzata dallo Stato.
Tutti sappiamo che una volta che uno vince si ritenta, si vuole riprovare fino a perdere non solo la vincita ma tutti i soldi che ognuno di noi possiede. Eppure la speranza e la tentazione sono più forti, ci spingono ad andare avanti e ad arrivare a fermarci solamente quando siamo completamente a “secco”. Quando ormai è troppo tardi.
Le persone devono però comprendere che ci sono centri e persone specializzate perché da soli non si può uscire da questo labirinto senza via di uscita. Però queste persone si trovano sempre più sole e abbandonate senza qualcuno che possa aiutarle oppure sono proprio loro stesse a non voler accettare aiuto perché si sentono in grado di poterne uscire da soli senza aver bisogno di raccontare i fatti loro estranei.
Questi centri specializzati sono però indispensabili, perché con fatica e con l’aiuto di persone adeguate si può uscire da questo tunnel e tornare a sorridere e vivere una vita dignitosa e senza il gioco d’azzardo. Per questi motivi, individui affetti da questo problema si trovano in trappola perché diventa la principale priorità della giornata il loro pensiero fisso incentrato sul gioco, giocare, giocare e solamente giocare.
Inoltre per aiutare un soggetto ludopatico ad affrontare il problema è necessario non accusare lo stesso per le conseguenze che vengono determinate dalla malattia e soprattutto non pretendere un cambiamento immediato.
Alessandro Ferraro, Tommaso Giallombardo, Alessio Oliveri, Francesca Ghidini