𝐴𝑟𝑡𝑖𝑐𝑜𝑙𝑜 𝑑𝑖 𝐺𝑖𝑢𝑙𝑖𝑎 𝑀𝑜𝑛𝑡𝑖 𝑒 𝐺𝑖𝑎𝑛𝑙𝑢𝑐𝑎 𝑆𝑢𝑛𝑧𝑒𝑟𝑖

In questi ultimi giorni abbiamo sentito parlare di femminicidio sulla base dell’ennesimo delitto da parte di un uomo sulla propria compagna: il caso di Giulia Tramontano.

Fin dall’inizio i giornali hanno deciso di parlare dell’accaduto riportando le opinioni più disparate, in questi casi l’opinione pubblica torna periodicamente ad essere alimentata come il fuoco da un mantice. Quando accadono vicende come questa, spesso la colpa non ricade sull’assassino ma sulla vittima. Infatti, si ritorna ad affermare e a scrivere che bisognerebbe educare le donne a sapersi difendere dalla violenza misogina degli uomini, invece di incitare all’educazione degli uomini stessi, senza i quali non esisterebbero episodi come questi. Troppo spesso, inoltre, alcune testate giornalistiche riportano dati non necessariamente coerenti con la realtà, allo scopo di far diventare l’articolo in questione il più virale possibile. In ogni caso ciò non è altro che una grande mancanza di rispetto nei confronti sia delle vittime sia dei familiari che devono sopportare oltre al lutto anche quella che alcuni definiscono “pornografia del dolore”. Questo ci fa sicuramente comprendere quanto siamo disinformati sull’argomento e quanto dovremmo assicurarci sull’attendibilità della fonte da cui proviene la notizia. 

Tuttavia ciò che ha fatto Alessandro Impagnatiello è l’ultimo di una lunga lista di omicidi, infatti, la violenza di genere è una delle principali forme di violenza dei diritti umani, in tutte le società. È importante sottolineare che alla base vi è una cultura patriarcale che alimenta questi divari di genere, secondo cui la donna ricopre un ruolo inferiore all’interno della società, in ogni suo ambito, da quello familiare a quello lavorativo.

In ogni caso, è necessario evidenziare che la violenza sulle donne non è solo di tipo fisico, probabilmente le cause e le ragioni sono da ricercare all’interno della società. Dal punto di vista sociale ed educativo, il ruolo della donna è quasi sempre considerato subalterno a quello dell’uomo, molte donne subiscono violenza psicologica ed economica, sono umiliate, svalorizzate, intimidite e, troppo, spesso non hanno accesso, parziale o totale, alle disponibilità economiche proprie o della famiglia. L’enciclopedia Treccani riporta:” Termine con il quale si indicano tutte le forme di violenza contro la donna in quanto donna praticate attraverso diverse condotte misogine (maltrattamenti, abusi sessuali, violenza fisica o psicologica), che possono culminare nell’omicidio”. 

La violenza, come riportano i dati, avviene maggiormente nell’ambito domestico e sono commessi da parte dei partner o ex partner della vittima.  Come dimostrano i dati, i numeri di vittime sono visibilmente aumentati e in Italia dal 1 gennaio al 28 maggio 2023 si registrano 47 donne uccise tra cui 39 donne vittime di femminicidio. 

Analizzando gli omicidi del periodo sopra indicato rispetto a quello analogo dello scorso anno, si nota un aumento del numero degli eventi che da 123 passano a 129 (+5%), mentre il numero delle vittime di genere femminile mostra un decremento degli episodi, che da 50 passano a 45 (-10%).

Per quanto attiene ai delitti commessi in ambito familiare/affettivo, si evidenzia un decremento sia nell’andamento generale degli eventi, che passano da 59 a 58 (-2%), sia nel numero delle vittime di genere femminile, che da 44 diventano 37 (-16%).

Risultano in diminuzione, rispetto allo stesso periodo del 2022, sia gli omicidi commessi dal partner o ex partner, che da 25 scendono a 24 (-4%), sia il numero delle relative vittime donne, le quali da 25 passano a 22 (-12%).

Infine, nel periodo 22 – 28 maggio 2023 risultano essere stati commessi 4 omicidi, con una vittima di genere femminile, di cui 1 in ambito familiare/affettivo (dati riportati dal sito del Ministro dell’Interno).

Di seguito riportiamo le frasi utilizzate dai media in riferimento ai femminicidi, raccolte da Ester Rizzo e riportate nel suo articolo.

“Uccide la moglie che lo aveva tradito.
Colto da raptus uccide la compagna.
Femminicidio nel lodigiano: era una prostituta.
Prima dell’omicidio della fidanzata aveva dichiarato: farò di tutto per riaverti.
È stato un omicidio passionale.
La ragazza stuprata era ubriaca.
La ragazza stuprata è stata ingenua.
Tutti i vicini di casa testimoniano che l’assassino era un padre attento e premuroso.
La vittima indossava abiti succinti.
La vittima indossava la minigonna.
Il fidanzato assassino è ritenuto da tutti una persona per bene.
In un attimo di follia ha ucciso la propria compagna.
Il presunto stupratore ha dichiarato di avere avuto rapporti sessuali ma la vittima era consenziente.
L’assassino ha agito d’impulso quando ha visto la ex moglie con un altro uomo.
L’assassino ha dichiarato che la fidanzata voleva interrompere la relazione.
La vittima si trovava nel parco a notte tarda.
La moglie aveva deciso di divorziare e il marito ha avuto un crollo emotivo e l’ha strangolata.
La moglie lo minacciava di voler abbandonare il tetto coniugale e lui, colto da raptus, l’ha accoltellata.
L’assassino non sopportava l’idea che la sua ex moglie avesse un altro uomo.
L’uomo, accecato dalla gelosia, ha ucciso la moglie a martellate.
La vittima dello stupro aveva assunto sostanze stupefacenti.
Il branco si difende affermando che le due ragazze volevano fare sesso di gruppo.
L’assassino è uno stimato professionista.
Lo stupratore è stato dichiarato incapace di intendere e di volere.
La vittima dello stupro aveva avuto una relazione precedente con lo stupratore.
Il marito era ossessionato dalle continue richieste di denaro della moglie e l’ha soffocata con un cuscino.
La ragazza, stuprata per un’intera notte da un gruppo di amici, aveva accettato di recarsi con loro a una festa in un casolare di campagna.
L’assassino ha dichiarato che la moglie voleva lasciarlo e portare con sé i figli.
L’ha uccisa perché aveva avviato la pratica di separazione.
La donna ritrovata cadavere nelle campagne dell’entroterra siciliano aveva accettato un passaggio in auto da uno sconosciuto.
La vittima ritrovata in un fosso lungo l’argine del Po, non indossava biancheria intima. Molto probabilmente si tratta di una prostituta extracomunitaria.
L’assassino esasperato dai continui litigi con la moglie l’ha uccisa con un colpo di pistola alla testa.
L’assassino probabilmente soffriva di gravi disturbi psichici.
La vittima aveva avuto una relazione con un ex detenuto.
Il presunto assassino si è sempre dichiarato innocente e vittima di un complotto dell’amante della moglie.
Un eccesso di passione l’ha spinto a commettere l’omicidio della fidanzata.
L’ha uccisa per troppo amore.
Soccombe alla gelosia e uccide la fidanzata.
I vicini di casa hanno dichiarato che lui era un marito affettuoso e premuroso.
Non sopportava l’idea del divorzio e l’ha uccisa con un colpo di fucile.
La ex moglie aveva da tempo una relazione extraconiugale e lui le ha tagliato la gola.”

Qui il link al nostro podcast.

Per maggiori informazioni e dati è possibile consultare i seguenti link: 

https://www.istat.it/it/violenza-sulle-donne/il-fenomeno/violenza-dentro-e-fuori-la-famiglia/numero-delle-vittime-e-forme-di-violenza

https://www.istat.it/it/violenza-sulle-donne/il-fenomeno/omicidi-di-donne

https://www.interno.gov.it/it/stampa-e-comunicazione/dati-e-statistiche/omicidi-volontari-e-violenza-genere

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