Vampiri di ieri e di oggi

Come è cambiata negli anni la figura immortale del vampiro

Il vampiro è una figura mitologica o folcloristica che sopravvive nutrendosi del sangue di altre creature. Il termine “vampiro” divenne popolare solo agli inizi del XVIII secolo, in seguito all’influenza delle superstizioni presenti nell’Europa dell’est e nei Balcani. La figura del vampiro è oggetto di numerose opere di fantasia sin dal XIX secolo:  il primo racconto breve di una certa influenza fu Il vampiro di John Polidori, pubblicato nel 1819. Il vampiro, inoltre, è una figura che si è ritagliata una certa importanza nel Mondo del Cinema.

Trama Nosferatu: nel 1838 un giovane agente immobiliare di nome Hutter, viene avvisato dal suo principale Knock di una richiesta dalla Transilvania da parte del conte Orlok, desideroso di acquistare una casa a Wisborg. Dunque Hutter si mette in viaggio verso la Transilvania, lasciando da sola la moglie Ellen, durante il viaggio viene a conoscenza delle superstizioni della gente locale, intimorita dalla famigerata figura di Nosferatu, un vampiro sanguinario che dorme in bare contaminate dalla peste nera. La presenza del vampiro, che vuole nutrirsi, viene avvertita dal protagonista durante la notte. Nosferatu, poiché vuole fuggire e raggiungere la sua dimora, fa partire un carico di bare piene di terra, al cui interno c’è anche lui, presumibilmente diretta a Wisborg. Una volta evaso dal castello, Hutter fa rientro alla sua città natale e riabbraccia la moglie, che nel frattempo era stata turbata dai continui presagi notturni. In seguito la barca che trasportava il vampiro approda e la maledizione si diffonde…Questo film è considerato uno dei capisaldi del cinema horror ed espressionistico, avendo influenzato molte opere future. Per decenni è stato l’unico film “vampirico” bersagliato dalle critiche.

L’opera che più incarna l’essenza di questo essere è “Nosferatu il vampiro” del 1922, un film muto e proiettato per la prima volta il 4 marzo 1922 a Berlino diretto da Friedrich Wilhelm Murnau, il direttore della fotografia è Fritz Arno Wagner.

Alcune curiosità:

  1. Il nome Orlok in Nosferatu il vampiro sembrerebbe una rielaborazione foneticamente affine della parola romena Ordog, ovvero Diavolo, oppure dallo slovacco Vrolok, ossia vampiro o lupo mannaro.
  2. In romeno, dracul sta a significare anche Diavolo, fornendo una connotazione precisa al condottiero, che assunse tre volte il titolo di voivoda (ossia principe), noto per la sua crudeltà, tanto da essere chiamato Vlad Țepeș, ossia l’impalatore, perché era avvezzo a impalare i nemici.
  3. L’idea che la luce solare sia letale per i vampiri è stata per la prima volta nella storia del cinema introdotta in questa pellicola, con la morte di Nosferatu, tratto che verrà poi riproposto in tutta la tradizione filmica successiva.
  4. Una seconda lettura è quella di Lotte Eisner, che ritiene che l’estetica e i contenuti della soprammenzionata cinematografia siano strettamente legati ai movimenti espressionisti, di poco precedenti, sviluppatisi in ambito teatrale, in particolare da Max Reinhardt, e letterario.
  5. Benché ambientate di notte, molte scene con il conte furono girate di giorno. Tuttavia, in un secondo momento vennero tinte di blu, che secondo la convenzione del tempo stava ad indicare per l’appunto vicende avvenute in orari successivi al calare del sole.

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Autori:

Martina Tusa, Alessia Cusimano, Diego Calvano, Luigi Sorrentino

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