-> Cosa sono?
I disturbi mentali rappresentano un ampio spettro di condizioni, di patologie (croniche o occasionali) che incidono sulla salute psicologica degli individui, variando notevolmente nel tempo in termini di gravità e sintomi, influenzando anche la capacità di una persona di pensare, emozionarsi, interagire con gli altri e, semplicemente di vivere la propria vita quotidiana con serenità.
I disturbi mentali sono delle realtà veramente molto astruse, eterogenee e multifattoriali, motivo per cui ricondurre la genesi di queste è un processo che richiede molto lavoro ed un lungo periodo di analisi di comportamento e relazione con l’altro.
Questi possono talvolta crescere e svilupparsi esponenzialmente in tempi molto brevi, ed i fattori sono soprattutto riconducibili a traumi, stress, esperienze infantili, o ancora condizioni socioeconomiche e rapporto con la società.
E’ infatti il modo in cui un individuo percepisce e reagisce agli eventi della vita che può influenzare significativamente il proprio benessere mentale; ed è l’interazione, l’intreccio tra gli elementi, i fattori, precedentemente riportati, a dare luogo a un quadro estremamente variegato, che rende la comprensione dei disturbi mentali particolarmente sfidante.
Comprendere i disturbi mentali è fondamentale non solo per chi ne soffre direttamente, ma anche per i familiari, gli amici e la società nel suo complesso, pertanto può essere un processo molto complesso e delicato, in quanto combina elementi psicologici a quelli biologici (squilibri chimici nel cervello, anomalie genetiche, danni neurologici, alterazioni funzionali o strutturali del cervello) e ambientali.
Fondamentale è innanzitutto il riconoscimento e la diagnosi dei disturbi mentali da parte di un’élite di professionisti qualificati, i quali, in primo luogo operano valutazioni cliniche dettagliate dei vari soggetti, tramite colloqui, test psicologici e talvolta esami fisici o neurologici per escludere altre cause mediche; per poi, una volta riconosciuto la tipologia di disturbo, accedere tempestivamente a interventi terapeutici adeguati , quali terapie farmacologiche (come antidepressivi o antipsicotici), psicoterapia (come la terapia psicodinamica), interventi di supporto sociale ed educativo nonché strategie per il miglioramento dello stile di vita.
Pertanto, un approccio multidisciplinare che tenga conto della complessità dei fattori coinvolti è essenziale per la prevenzione e il trattamento efficace dei disturbi psichici, tanto quanto la comprensione della complessità e delle sfumature di queste condizioni per demistificare il pregiudizio e lo stigma che ancora oggi circonda i malati mentali.
-> Quali sono?
Tra i disturbi mentali più comuni si annoverano:
1. Disturbo Depressivo Maggiore: comprende una profonda tristezza e perdita di interesse per le attività quotidiane, cambiamenti nell’appetito, nel sonno e nell’autostima.
2. Disturbi d’Ansia: comprende ansia persistente, disturbo da attacchi di panico e le fobie specifiche. Queste preoccupazioni interferiscono con le attività quotidiane.
3. Disturbi Bipolari: portano ad alterazioni dell’umore che vanno dalla depressione all’euforia (mania).
4. Disturbi del Comportamento Alimentare: come l’anoressia e la bulimia nervosa, causati da preoccupazioni eccessive per il peso e la forma corporea
5. Disturbo da Stress Post-Traumatico (PTSD): può svilupparsi dopo aver vissuto o assistito a eventi traumatici ed è associato a sintomi quali flashback, evitamento e ipervigilanza.
6. Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC): è caratterizzato da ossessioni (idee, immagini o impulsi ricorrenti, persistenti e involontari) e compulsioni (azioni o atti mentali che i soggetti si sentono spinti a compiere per cercare di ridurre l’ansia)
7. Schizofrenia: un grave disturbo caratterizzato da psicosi, allucinazioni, deliri, deficit cognitivi. La causa è sconosciuta, ma le evidenze mostrano cause biologiche, psicologiche e ambientali.
8. Disturbi della Personalità: come il disturbo borderline di personalità o il disturbo antisociale di personalità. Sono caratterizzati da un modo pervasivo e persistente di pensiero, percezione, reazione e relazione che causano un disagio significativo o una compromissione funzionale.
9. Dipendenza dal sesso o ipersessualità: comporta una relazione patologica con il sesso, quest’ultimo diventa più importante della famiglia, degli amici e del lavoro e diventa in grado di alterare l’umore e condizionare la quotidianità.
-> La psicoanalisi di Freud
Fondamentale per lo studio odierno della psicoanalisi è stato il contributo di Sigmund Freud.
La Psicoanalisi, nacque agli inizi del novecento, grazie all’opera di Sigmund Freud, medico viennese che si dedicò alla cura di malattie mentali come l’isteria e la nevrosi.
Freud sostiene che la psiche costituita da tre energie psichiche:
-L’es: la parte più istintiva che risiede nella nostra coscienza-
-L’io: la parte razionale che ha il compito di frenare gli impulsi biologici dell’es.
-Il super-io: l’insieme delle regole etiche e morali che sovrastano la ragione.
Freud invece di seguire la tendenza allora dominante che consisteva nell’attribuire ai disturbi mentali cause biologiche e a trattarli con terapie fisiche (bagni, docce, scosse elettriche ecc…), Freud trovò la causa dei disturbi psichici nell’inconscio, lato irrazionale dell’attività psichica di cui non siamo consapevoli e che è responsabile di molti nostri comportamenti. Egli pensò che questo nostro mondo presente nella psiche potesse essere analizzato e, che se fosse stato portato a galla, i disturbi psichici ne avrebbero tratto giovamento. Così si dedicò a cercare di capire come funziona l’inconscio e a curare le malattie mentali.
Il processo psichico, secondo Freud, poggia sul sistema neurale attraverso il quale circola una carica di energia proporzionata alla quantità di stimoli che il soggetto riceve.
La psiche secondo Freud si divide in tre provincie distinte: la coscienza, il pre conscio e l’inconscio.
Conscio: parte della psiche legata tramite la percezione alla realtà esterna al soggetto. Il cosciente opera secondo il principio di realtà.
Preconscio: parte della psiche che costituisce l’anticamera della coscienza, cioè di quei contenuti psicologici di cui l’io consapevole può divenire in ogni momento padrone.
Inconscio: parte della psiche in cui vengono respinte esperienze traumatiche che potrebbero essere dolorose e quindi pericolose per l’individuo. Da qui tali esperienze non possono più riaffiorare al preconscio e al conscio se non sotto forma di sogni o di patologie psichiche come la nevrosi.
“L’elemento infantile è la fonte dell’inconscio, ed i processi del pensiero inconscio non sono null’altro che quelli – e soltanto quelli – prodotti nella prima fanciullezza.”
“Il momento in cui un uomo si interroga sul significato e sul valore della vita, egli è malato, dato che oggettivamente non esiste nessuna delle due cose; col porre questa domanda uno sta semplicemente ammettendo di avere una riserva di libido insoddisfatta provocata da qualcos’altro, una specie di fermentazione che ha condotto alla tristezza e alla depressione.”
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-Realizzato e curato da Graziano Giulia, Lucito Alessia, Pirandelli Roberta