La maternità surrogata è una forma di procreazione assistita in cui una donna (definita madre surrogata, gestante per altri) provvede alla gestazione per conto di una o più persone, che acquisiranno la responsabilità genitoriale nei confronti del nascituro.

Il ricorso a tale metodo viene solitamente sancito attraverso un contratto, in cui il futuro genitore (o i futuri genitori) e la gestante dettagliano il procedimento, le sue regole, le sue conseguenze, il contributo alle spese mediche della gestante e, solo in alcuni Paesi, l’eventuale retribuzione della gestante stessa per il servizio offerto: in quest’ultimo caso è usata anche la locuzione «utero in affitto», talvolta impropriamente con intento di indicare in senso negativo la surrogazione di maternità in generale. Ci si riferisce alla surrogazione di maternità come “altruistica” per descrivere le leggi delle realtà dove non è permesso un contributo pecuniario alla gestante, come ad esempio negli Stati membri dell’Unione europea dove è legale la pratica; per contro, nei paesi in cui esistono leggi che permettono la remunerazione, essa si definisce “retribuita” o “lucrativa”. In alcuni sistemi sono legali entrambi i tipi di pratica; in Russia e Ucraina ad esempio esistono norme che regolano sia la surrogazione altruistica che retribuita.

La fecondazione può essere effettuata con spermatozoo (gamete) e ovuli sia della coppia sterile sia di donatori e donatrici attraverso concepimento in vitro. La surrogazione di maternità si ha quando una donna si presta a portare a termine un’intera gravidanza, fino al parto, accogliendo un embrione generato su iniziativa di single o di coppie, normalmente incapaci di generare o concepire un bambino.

La fecondazione in vitro con trasferimento dell’embrione (FIVET) è una tecnica medica di procreazione assistita tra le più comuni: si tratta di una fecondazione in vitro dell’ovulo con successivo trasferimento dell’embrione così formato nell’utero della donna.

La tecnica fu sviluppata nel Regno Unito da Patrick Steptoe e Robert Edwards, e per la quale Edwards ha ottenuto il Premio Nobel per la medicina nel 2010.

Il primo essere umano nato da questa tecnica fu Louise Brown nata a Londra il 25 luglio 1978. Gli aspetti etici sono tuttora parte fondante della ricerca di un altro padre di questa tecnica, il dottor Jacques Testart, che nel 1982 in Francia condusse il concepimento di Amandine. In Italia, la prima bambina concepita con questa tecnica, Alessandra Abbisogno, è nata a Napoli nel 1983 grazie all’équipe del professor Vincenzo Abate ginecologo italiano rientrato in Italia dopo anni di studi negli USA. La Fivet In Italia è stata regolata dalla legge 40/2004 di cui rimane poco dopo le numerose sentenze sia dei tribunali ordinari che della Corte Costituzionale che ne hanno smantellato l’impostazione proibizionista.

Negli anni successivi sono state messe a punto tecniche di micro-fertilizzazione (da associare alla fivet cosiddetta classica o standard) atte a favorire l’entrata dello spermatozoo all’interno dell’ovocita. Tra le diverse, ricordiamo la Su.Z.I. (Sub Zonal Insemination), la ZD (Zona Drilling), La PZD (Partial Zona Dissection). Di grande impatto scientifico nel 1992 ebbe la pubblicazione su Lancet di una gravidanza ottenuta con l’apertura della zona pellucida (la “corazza” esterna della cellula uovo) mediante bombardamento laser da parte di un gruppo italo-austriaco nel quale emergevano due giovani ginecologi, il dott. Heinz Strohmer e il dott. Giampiero Pepe.

La seconda bambina nata con questo metodo fu Durga, in India, solo 67 giorni dopo la nascita Louise Brown.

Grazie alla donazione di ovuli e alla FIVET, anche alle donne che sono infertili per via dell’età, che hanno, o che hanno altri problemi di infertilità idiopatici, è permesso rimanere incinta.

Nel 2018 è stato stimato che 8 milioni di bambini siano nati al mondo grazie alle tecniche di fecondazione assistita.

In Georgia  la maternità surrogata dal 1992 è possibile solo per coppie eterosessuali sposate; in Armenia, invece, dove la surrogata è legale dal 2002, possono accedervi sia le coppie eterosessuali sia quelle omosessuali e le persone single; altri paesi dell’Europa orientale dove la maternità surrogata è legale sono il Kazakistan, dove però è molto costosa, e l’Ucraina. Altri paesi europei in cui la maternità surrogata è legale sono:  Danimarca, Belgio, Ungheria, Regno Unito, Bulgaria, Paesi Bassi e Grecia, ma solo nella sua forma “non retribuita” (in Armenia può essere sia retribuita che non) o “altruistica” e in alcuni casi solo per i residenti (come Grecia e Regno Unito).
Le cliniche in cui è possibile accedere alla maternità surrogata sono poche, è anche molto basso il numero delle donne che decidono di portare avanti una gravidanza per altre donne, infine le regole per ricorrere al servizio sono molto restrittive. Le restrizioni, però, non fanno diminuire le richieste di accesso alla maternità surrogata, infatti alcune inchieste giornalistiche mettono in evidenza che esistono mercati illegali legati sia alla donazione del seme che al portare avanti la gravidanza. Al di fuori dell’Europa, in Canada, tranne per il Québec, la maternità surrogata è legale dal 2007 e non c’è retribuzione per le madri surrogate; se si paga una madre surrogata, si rischiano fino a dieci anni di carcere e 500 mila dollari di multa, questo divieto però non vale per i committenti stranieri. Il risultato, infatti, è che i committenti canadesi si rivolgono al di fuori del loro paese, mentre per gli stranieri è stato un vantaggio; negli ultimi anni il Paese ha visto arrivare molti stranieri con la richiesta di una gravidanza: metà delle surrogate sono commissionate da non residenti. I motivi sono diversi: il Canada non discrimina sulla base dello stato civile o dell’orientamento sessuale, aprendosi quindi alle coppie omosessuali, concede i diritti legali ai genitori e i tempi sono ristretti sia per la dichiarazione che designa la coppia come legale (pochi giorni) sia per il certificato di nascita (poche settimane) e per il passaporto. Rimanendo nel continente americano, gli Stati Uniti si possono considerare come punto di riferimento internazionale per la maternità surrogata. L’ultimo studio sulle maternità surrogate negli USA riferisce di ben 18 mila bambini nati tra il 1999 e il 2013: pionieri del “mercato”, la maternità surrogata è legale, retribuita e non, in Arkansas, California, Florida, Illinois, Texas, Massachusetts, Vermont; mentre è consentita solo quella non retribuita negli stati di New York, New Jersey, New Mexico, Nebraska, Virginia, Oregon, Washington.

Articolo di Marco Oliveri, Marta Insirillo, Alessia Cusimano e Francesco Cognato
Audio di Marta Insirillo e Marco Oliveri, ascolta qui

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